Dante e la commedia dei diritti umani
È vero, non lo si può negare. La Divina Commedia è un’offesa ai diritti umani. Finalmente qualcuno se ne è accorto. Sì, un po’ tardi, ma c’è sempre tempo di rimediare. I fatti: c’è un gruppo di ricercatori, tale Gherush92, ovvero un comitato promotore di un progetto a difesa dei diritti umani, appunto, della pace e della diversità. È un’organizzazione non governativa no profit, che ha ottenuto lo status di consulente speciale del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite.
Avete capito bene: non è a scopo di lucro, l’attività è svolta semplicemente per il bene dell’umanità, ovvero di noi tutti. Dunque abbiamo il dovere di ringraziare, lo fanno pure gratis. Immaginatevi questi ricercatori, impegnati per giorni, forse mesi, a cercare le prove che Dante è razzista e antisemita, addirittura omofobo. Per poi arrivare alla logica conseguenza che “certamente la Divina Commedia ha ispirato i Protocolli dei Savi Anziani di Sion, le leggi razziali e la soluzione finale”, come si legge nell’articolo pubblicato sul sito dell’organizzazione il 12 marzo, dal significativo titolo “ Via la Divina Commedia dalle Scuole”, riportato ieri da buona parte dei quotidiani italiani.
Già il fatto che i nostri abbiano letto tutta la Divina Commedia è un punto a loro favore. Nella scuola italiana, il capisaldo della nostra letteratura non è poi così letta. Se è letta, spesso è letta male. Si, qualche canto al liceo, un po’ di Inferno, Paolo e Francesca, “Nel mezzo del cammin di nostra vita” ce lo ricordiamo tutti, ma davvero lontani anni luce dai nonni dei nostri padri, che la conoscevano a memoria. Quella era un’altra scuola, altri professori. Tempi bui ormai passati. C’è stato il ‘68 nel frattempo, la tecnologia ha abbattuto le barriere, la globalizzazione ha aperto nuovi orizzonti, Dante è già più che superato. Ci sentiamo di tranquillizzare, almeno su questo versante, i ricercatori di Gherush92. Dubitiamo che uno studente italiano, interrogato sull’argomento, abbia la consapevolezza delle nefandezze dantesche. Dubitiamo perfino che qualcuno gli insegni la portata simbolica della Commedia. In sintesi, dubitiamo che Dante sia poi così apprezzato dai giovani per quello che ne leggono a scuola e per quello che viene loro (non) insegnato.
Si è vero, Dante ha avuto un rilancio negli ultimi anni grazie alla lettura televisiva che ne ha fatto Benigni. Il che è tutto dire. Ma il comitato Gherush92 può mai prendersela con Benigni? Detto questo, la proposta dei ricercatori di vietare l’insegnamento della Divina Commedia nelle scuole, o quanto meno di edulcorarla, ci lascia più o meno indifferenti. Chi vuole leggere l’opera dantesca che lo faccia fuori dalla quattro mura scolastiche, magari cercando di procurarsi qualche copia clandestina (se la eliminiamo dalle scuole, perché non vietarne del tutto la stampa e la diffusione?), coniugando così coraggio e trasgressione. Che lo si meriti, Dante!
Però l’idea di un gruppo di ricercatori al servizio nostro e dei nostri umanissimi diritti, ci rassicura. Continuate così, c’è molto da fare e non c’è tempo da perdere. Anzi, invitiamo l’ONU a finanziare – se non l’ha già fatto – Gherush92, perché il progetto è di grande portata e non si può pretendere che chi lavori per l’umanità non venga ricompensato. In tempi di crisi economica come quelli attuali, potrebbe pure essere una soluzione. Migliaia di ricercatori troverebbero lavoro, niente più fughe di cervelli…immaginate: un gruppo si occupa dei poemi epici, un altro dei testi religiosi. Ci permettiamo di suggerire una particolare attenzione per Dostoevskij, lì c’è molto da fare. Ma in realtà, c’è da fare ovunque, il lavoro è enorme.
Sembra proprio che prima di questo secolo i diritti umani fossero maltrattati, gli scrittori non se ne curavano. La letteratura di mezzo mondo è piena di insulti razzisti, i testi sacri spesso inneggiano alla guerra. Quasi come se i diritti umani fossero un’invenzione recente o, se preferite, una religione postmoderna. Ma guarda un po’.