Con il Coronavirus stiamo dando i numeri (e non solo alle 18)
Allora Pasqua ce la facciamo a casa… la data della libera uscita era prevista il 26 marzo, poi il 3 aprile, adesso è il 13… Poi sarà quel che sarà… o quello che deve essere. Il nostro Presidente del Consiglio, sempre ben pettinato, dice che dobbiamo soffrire ancora un po’. Altrimenti tutti gli sforzi già fatti resteranno vani. E il virus dilagherà. Non fa una piega. Resistiamo. Perché grazie al fatto che stiamo a casa, il virus lo stiamo contenendo, la curva scenderà… se non lo avessimo fatto sarebbe stata una tragedia… e sì. Siamo stati proprio bravi. Apri il Corriere e leggi che, in Italia, a ieri, i contagiati erano 110.000. Visto? Vabbè magari ce ne sarà qualcuno di più, ma è asintomatico e non conta. Ma quanti di più? Gli inglesi, che sono appassionati di statistica, l’altro ieri hanno detto che i contagiati nel nostro paese potrebbero essere quasi 6 milioni. Esagerati ‘sti anglosassoni, con la loro mania di trattarci come pecore e di puntare al gregge. Meno male che abbiamo i nostri di esperti. Come l’amministratore delegato del Centro medico Santagostino, Luca Foresti, che è un fisico e matematico e che, sempre sul Corriere, ci dice che il reale numero di contagiati è di 11 milioni e 200.000. Secondo stime prudenti. Se non ci credete, andate a leggere, c’è pure la tabella.
Strumenti di diagnosi
Vabbè, lasciamo stare i numeri dei contagiati. È evidente che c’è qualche problema di calcolo, ma se ci pensate è normale. Noi facciamo i tamponi solo a chi ha sintomi gravi, mica come in Corea del Sud. E quindi non possiamo averlo il dato reale, perché questo virus in moltissime persone provoca sintomi paragonabili a un raffreddore o addirittura assenza di sintomi. Se facessimo tamponi a tutti… ma noi non possiamo. Come ha detto il nostro Ricciardi, in orbita OMS, i nostri laboratori non riuscirebbero a smaltire un numero elevato di test… addirittura noi non riusciamo a farli neppure ai sintomatici. E poi, se pure ci provassimo, il margine di errore sarebbe altissimo, sovraccaricheremmo i pochi laboratori esistenti. Perché mica è un esame così semplice… o no? Questo non è proprio chiaro. Perché se Bill Gates ha donato agli abitanti di Seattle i kit “fai da te” per scoprire il coronavirus, forse non è così difficile. E infatti il kit per farsi gli esami in casa esiste pure da noi e si trovava in commercio, anche se poi non era così attendibile, tanto che Federfarma ne ha sconsigliato l’utilizzo ed è intervenuta anche la Guardia di Finanza.
Però niente paura (si fa per dire), ci sono i mezzi alternativi al tampone, come l’Antibody Determination Kit, che si basa sull’esame di una goccia di sangue. Si dice che in Cina abbia dato buoni risultati. La Regione Campania dell’ormai star mondiale De Luca ne ha acquistati 1 milione di questi kit. Si vabbè, si parla di minore attendibilità del tampone classico, ma almeno dà un risultato “altamente probabile”. Poi se qualcuno è falso positivo e qualcun altro falso negativo, che problema c’è. L’importante è che si faccia qualcosa. Siamo sempre nella legge dei grandi numeri, su cui si fondano le statistiche, su cui si prendono i provvedimenti, su cui… si resta a casa. Che poi i numeri siano un po’ sballati, non sarà certo un grosso problema… Fosse per noi, tra il test acquistato da De Luca e il kit donato da Bill Gates sceglieremmo di gran lunga il secondo. È questione di coerenza. Meglio affidarsi ai tecnici. E Bill Gates di pandemie da coronavirus è un esperto, oltre ad essere uno dei maggiori finanziatori dell’Oms.
I numeri sui farmaci
Lasciamo stare i tamponi, visto che c’è un po’ di confusione. Torniamo al modello italiano. Tutto il mondo ci guarda e ci apprezza. Lasciamo stare pure i numeri, quelli si sa, possono ingannare. Dipende da come li si legge. L’importante è che si proceda con barra diritta e si porti il paese a sconfiggere il nemico invisibile. A proposito. Stiamo aspettando il vaccino, tra poco arriverà. Allora si che avremo vinto e la scienza avrà trionfato. Alla fine senza il medicinale non si fa nulla. Per ora quello ammazza virus non l’abbiamo e ci arrangiamo come possiamo. Possiamo sperimentare: al massimo le cure non avranno effetto, ma di sicuro non peggioreranno la situazione. Abbiamo i nostri scienziati che sotto questo profilo ci tutelano, sono attenti. Come quelli dell’AIFA, l’Agenzia italiana del farmaco. Si vabbè, qualche erroretto lo hanno fatto anche loro. Per esempio, sembra che per una settimana abbiano autorizzato il trattamento dei malati di Covid19 con l’interferone Beta1, da somministrare in via endonevosa, per renderlo più potente. Peccato che questo farmaco, così somministrato, ha degli effetti collaterali non da poco, come svenimento, convulsioni, disturbi depressivi, anche gravi con ideazione suicidaria, aritmie, angina, ipertensione arteriosa, insufficienza cardiaca e addirittura – sentite gente – difficoltà respiratorie. Quando se ne sono accorti il farmaco, erogato dal servizio sanitario nazionale, è stato ritirato. Dopo una settimana di utilizzo. Che sarà mai. Sarà stato un incidente di percorso. Del resto, qualcosa bisogna pur inventarsi per combattere l’esserino con le antennine.
Per esempio il cortisone. Qualcuno lo usa e lo immette nei protocolli sanitari. Per qualcun altro non andrebbe usato. L’OMS la liquida così: ci sono dati a favore e dati contro. Bene. Stiamo tutti più tranquilli.
Il PIL
Torniamo a noi, il modello italiano esiste, del resto tutti alla fine faranno come noi. Chi più chi meno. Il problema è generale. L’economia per esempio. Sarà una tragedia per tutto il mondo, mica solo per noi. Sì, per noi si stima un calo del PIL dell’11,6% mentre per la Francia del 7,4 e la Germania dell’8,9. Ma che sono 3 o 4 punti di PIL? E pensare che prima ci affannavamo per lo 0,1%… è una tragedia per tutti. Siamo sulla stessa barca con i francesi, gli spagnoli, i tedeschi, gli americani. Come è bello questo sistema mondo che non conosce più distinzioni, nessun confine. I tedeschi finora hanno speso 156 miliardi per sostenere il paese, la Francia 45, la Gran Bretagna 34, noi 25 li spenderemo. Se il sito dell’Inps si sblocca. Tutti uguali davanti all’emergenza, qualcuno più uguale degli altri. Noi poi, siamo il modello del mondo e tutti ci hanno dato la loro solidarietà. Ma non toccava tutti?
Si ride per non piangere, cantava Guccini. In effetti, sembra tutto una barzelletta. A sentirli, i nostri governatori e governanti, le nostre opposizioni, il problema è la mamma o il papà che portano il bimbo a passeggio. È follia, dicono. Se lo dicono loro, che sono i cosiddetti sani, potete crederci. Andrà tutto bene.